lunedì 6 agosto 2012

Intervento in occasione del decennale della Libreria Gutenberg (04/08/2012)


Da Via Roma 73 a Largo Ferdinando D'Amico 41, da Amicolibro alla Libreria Gutenberg, cento passi a trasfigurare ipotesi d'esistenza, da traduzione nominale d'amicizia con intermediario il libro a richiamo fondativo d'arte, solide radici cui abbarbicarsi in tempi di montante marea dell'omologo: trent'anni di attività libraria per il “Signor Gutenberg”, alias Giovanni Mazzeo, dieci anni di vita per la “Libreria Gutenberg”, ragguardevoli traguardi in tempi e luoghi refrattari al pensiero, al piacere della conoscenza tout court, aliena da necessarie applicazioni manifeste, restia a compressione spazio-temporale, libera di essere finalmente libera.
Cento passi, avamposto di resistenza spostatosi in avanti, o forse semplicemente penetrato nel tempo e nei tempi con rinnovata vigoria, coniugata a viva passione nell'atto del sopravvivere di sé, mera sussistenza quotidiana, e di sopravvivenza di un barlume di civiltà in speranza, laddove speranza è morta e civiltà scarseggia.
Giovanni si affacciava al mestiere di librario quasi in contemporanea alle esplorazioni bibliofile e bibliografiche del Guglielmo da Baskerville de “Il nome della rosa”, meticoloso quanto il francescano nella ricerca di senso al suo andare, tradottasi, nel tempo, nella ricerca collettiva di un andare alla ricerca di un senso laddove Babele brucia e risultano del tutto vani i tentativi di salvare il salvabile nel degrado generale di un fuoco mai purificatore, ma dis-velante sempre e solo macerie.
Eppure è lì, al centro di questa città, luogo non-luogo, pachiderma boccheggiante, nel marasma generale, in un'aria ammorbata da lezzo da tempi ultimi, a resistere, al centro di questa città, quasi a volere rap-presentarsi come epifania in esplorazione, impossibilitata a scostarsi da dove il dio dei libri lo ha gettato ad espiare la sua colpa nella forma dell'attuale presenza.
Per le sue mani persino Camilleri, da clandestino della cultura, si è trasfigurato nel Commissario Montalbano, nostalgico di lettere e giustizia quanto il platonico clandestino da caverna della conoscenza, planetario signum di una costante ricerca che solo apparentemente risolve casi, svela, districandole, le trame del male, per riav-volgerle, rian-nodarle, ri-velarle in intrighi altri, tanto sconosciuti quanto irrisolvibili, accompagnandoci per i luoghi più superbi in estetica di Sicilia, nei tempi in-naturali della sua millenaria storia, per volumi che adocchiano il lettore da uno scaffale in angolo a chiedere com-prensione, com-passione, presa di visione, insomma “cura”, che si traduce sempre in cura di sé, del proprio spirito andante per sentieri interrotti, spirito che si pretende libero e si riscopre libero di inoltrarsi ancora per i luoghi delle lettere per riscoprirsi ancora più libero ad un livello sempre più alto, cammino da tornante in un vortice di polvere e schegge di sapienza in atto.
Giovanni sta lì, sempre al centro, segnavia luminescente, a fornire strumenti, ad accogliere il viandante della ricerca quanto il cercatore di una via, lo straniero disorientato per le vie di questo labirinto di senso a nome Barcellona. La “Libreria Gutenberg” si posa silente su questo scoglio impervio, fungendo da approdo per incauti viaggiatori del senso, per novelli Ulisse di bassa lega, per fini intellettuali di provincia destinati al ristretto dello spazio, contraltare a menti che si nutrono di internazionali spasmi di visione, per avventori sbadati, per pochi turisti svagati, accaldati, stranieri in terra d'accoglienza reclusa in tempi ormai definitivamente andati, per annoiati passanti in cerca di istantaneo calore o momentaneo refrigerio, per solitudini che si vogliono accolte dalle innumerevoli parole saltate fuori dall'anima di pagine ritornate finalmente bianche per mescolarsi indistintamente in un vortice meravigliosamente anarchico, abbandonate agli occhi inesausti ed alle prensili mani di chi le vuole semplicemente ri-visitare, ri-ascoltare, ri-abbracciarle per rin-novarle e ri-avviarle in un orizzonte che possa diventare finalmente e definitivamente “altro” dallo spazio dell'omologa guittezza imperante.
Giovanni sta lì, sta sempre lì, in visione, a vendere il mondo per i libri ed i libri per questo piccolo mondo antico; la “Libreria Gutenberg” sta lì, sempre lì, appoggiata ad un virtuale luogo dei sogni nella visione ammorbata di un sistema economico malato, vale a dire ad una banca, sperando, il Signor Gutenberg, di fornire ancora riparo e donare lieve ristoro ai sogni di chi non aspetta altro che farsi avvolgere da quel vortice di parole e buon senso che accoglie il viandante al tintinnio esotico di una porta che si affaccia su Largo Ferdinando D'Amico 41.