Da
Via Roma 73 a Largo Ferdinando D'Amico 41, da Amicolibro
alla
Libreria
Gutenberg,
cento passi a trasfigurare ipotesi d'esistenza, da traduzione
nominale d'amicizia con intermediario il libro a richiamo fondativo
d'arte, solide radici cui abbarbicarsi in tempi di montante marea
dell'omologo: trent'anni di attività libraria per il “Signor
Gutenberg”,
alias Giovanni Mazzeo, dieci anni di vita per la “Libreria
Gutenberg”,
ragguardevoli traguardi in tempi e luoghi refrattari al pensiero, al
piacere della conoscenza tout
court,
aliena da necessarie applicazioni manifeste, restia a compressione
spazio-temporale, libera di essere finalmente libera.
Cento
passi, avamposto di resistenza spostatosi in avanti, o forse
semplicemente penetrato nel tempo e nei tempi con rinnovata vigoria,
coniugata a viva passione nell'atto del sopravvivere di sé, mera
sussistenza quotidiana, e di sopravvivenza di un barlume di civiltà
in speranza, laddove speranza è morta e civiltà scarseggia.
Giovanni
si affacciava al mestiere di librario quasi in contemporanea alle
esplorazioni bibliofile e bibliografiche del Guglielmo da Baskerville
de “Il
nome della rosa”,
meticoloso quanto il francescano nella ricerca di senso al suo
andare, tradottasi, nel tempo, nella ricerca collettiva di un andare
alla ricerca di un senso laddove Babele brucia e risultano del tutto
vani i tentativi di salvare il salvabile nel degrado generale di un
fuoco mai purificatore, ma dis-velante sempre e solo macerie.
Eppure
è lì, al centro di questa città, luogo non-luogo, pachiderma
boccheggiante, nel marasma generale, in un'aria ammorbata da lezzo da
tempi ultimi, a resistere, al centro di questa città, quasi a volere
rap-presentarsi come epifania in esplorazione, impossibilitata a
scostarsi da dove il dio dei libri lo ha gettato ad espiare la sua
colpa nella forma dell'attuale presenza.
Per
le sue mani persino Camilleri, da clandestino della cultura, si è
trasfigurato nel Commissario Montalbano, nostalgico di lettere e
giustizia quanto il platonico clandestino da caverna della
conoscenza, planetario signum
di
una costante ricerca che solo apparentemente risolve casi, svela,
districandole, le trame del male, per riav-volgerle, rian-nodarle,
ri-velarle in intrighi altri, tanto sconosciuti quanto irrisolvibili,
accompagnandoci per i luoghi più superbi in estetica di Sicilia, nei
tempi in-naturali della sua millenaria storia, per volumi che
adocchiano il lettore da uno scaffale in angolo a chiedere
com-prensione, com-passione, presa di visione, insomma “cura”,
che si traduce sempre in cura di sé, del proprio spirito andante per
sentieri interrotti, spirito che si pretende libero e si riscopre
libero di inoltrarsi ancora per i luoghi delle lettere per
riscoprirsi ancora più libero ad un livello sempre più alto,
cammino da tornante in un vortice di polvere e schegge di sapienza in
atto.
Giovanni
sta lì, sempre al centro, segnavia luminescente, a fornire
strumenti, ad accogliere il viandante della ricerca quanto il
cercatore di una via, lo straniero disorientato per le vie di questo
labirinto di senso a nome Barcellona. La “Libreria
Gutenberg”
si posa silente su questo scoglio impervio, fungendo da approdo per
incauti viaggiatori del senso, per novelli Ulisse di bassa lega, per
fini intellettuali di provincia destinati al ristretto dello
spazio, contraltare a menti che si nutrono di internazionali spasmi
di visione, per avventori sbadati, per pochi turisti svagati,
accaldati, stranieri in terra d'accoglienza reclusa in tempi ormai
definitivamente andati, per annoiati passanti in cerca di istantaneo
calore o momentaneo refrigerio, per solitudini che si vogliono
accolte dalle innumerevoli parole saltate fuori dall'anima di pagine
ritornate finalmente bianche per mescolarsi indistintamente in un
vortice meravigliosamente anarchico, abbandonate agli occhi inesausti
ed alle prensili mani di chi le vuole semplicemente ri-visitare,
ri-ascoltare, ri-abbracciarle per rin-novarle e ri-avviarle in un
orizzonte che possa diventare finalmente e definitivamente “altro”
dallo spazio dell'omologa guittezza imperante.
Giovanni
sta lì, sta sempre lì, in visione, a vendere il mondo per i libri
ed i libri per questo piccolo mondo antico; la “Libreria
Gutenberg”
sta lì, sempre lì, appoggiata ad un virtuale luogo dei sogni nella
visione ammorbata di un sistema economico malato, vale a dire ad una
banca, sperando, il Signor
Gutenberg,
di fornire ancora riparo e donare lieve ristoro ai sogni di chi non
aspetta altro che farsi avvolgere da quel vortice di parole e buon
senso che accoglie il viandante al tintinnio esotico di una porta che
si affaccia su Largo Ferdinando D'Amico 41.